RECENSIONE DI: ANGELO CAMPOLO STORICO E CRITICO D’ARTE – LAMEZIA TERME (FC)
Poetica memoria e profonda religiosità nelle opere di Salvatore Gerbino
Nelle opere di Salvatore GERBINO c’è un costante riferimento a una religiosità vissuta con convinzione sul succedersi degli eventi quotidiani. Anche quando l’ispirazione dell’artista spazia oltre i soggetti sacri e si affida alla contemplazione del creato, le raffigurazioni riflettono lo studio dell’anima di fronte alla bellezza che si trasfonde in canto di lode nelle dolci armonie dei colori.
L’interpretazione delle figure e degli ambienti che danno impulsi alla creatività di Salvatore Gerbino si sviluppa nelle sue opere con una misura narrativa intensa, varia nelle scelte tecniche, frutto di gusto per la sperimentazione e padronanza nell’uso della materia cromatica. La scorrevole verve pittorica rispecchia una limpida sensibilità ed una sincera adesione ai valori portanti di vita, di religiosità e di spiritualità.
Lontano dalla pittura “iconica” quella di Gerbino è un’arte vera e propria, è arte nel vero senso proprio del termine, perché egli non esegue le sue opere secondo i canoni dell’arte sacra dal 400 alla fine dell’800 ma ricrea le opere con riferimenti di carattere religioso secondo una sua ispirazione del momento, opere che ci consegnano messaggi e valori che la nostra epoca sembra avere dimenticato, una espressione artistica che diviene poetica memoria di profonda religiosità.
L’artista con originale creatività, che trova un supporto profondo nel registro espressivo metafisico/surreale, egli ricrea scenari sospesi, ove si innestano personaggi reali o fantastici, figure che sono soggetti e simboli tangibili delle emozioni, delle problematiche e delle pulsioni dell’essere, uguali ed intense, al di là del tempo e dello spazio. Il linguaggio pittorico di Salvatore Gerbino è ineccepibile dal punto di vista formale, ma quel che più attrae è il senso del mistero che egli ricrea attorno ad ogni celestiale presenza.
Di artisti, in questo mondo ce ne sono milioni, ma veri pochissimi, e Gerbino è uno di questi ultimi.
RECENSIONE DI: MARIAROSARIA BELGIOVINE CRITICO E CURATRICE EVENTI PER ARTEXPÒ GALLERY – CASALPUSTERLENGO (LO)
Opera Radici di Speranza
Un personalissimo linguaggio pittorico descrive la pulsione del suo linguaggio espressivo in costante e mutevole allusione.
Gli elementi evocati, descrivono ambientazioni connesse ai messaggi di simbolismo, estratti dal suo inconscio.
RECENSIONE DI: POETA E PITTORE SALVATORE GERBINO
Descrizione dell'opera Aphiemi e Hilaskomai
Il contrasto interiore dell’uomo verso il perdono visto come dono fatto a altri e principalmente come regalo offerto a noi stessi.
La ragnatela, rappresentazione di una costruzione quotidiana che avvicina l’uomo a Dio, la catena emblema di unione e forza nei rapporti interpersonali, simbolo di libertà e schiavitù, liberazione da un momento straziante, essa con la lacerazione libera uccelli che volano alla ricerca delle gioie della vita e di un amore autentico, e ancora, la corona di spine conferma che Gesù ci ha liberati dalla maledizione del peccato, del quale la spina costituisce il simbolo.
I visi domestici, della donna e del bimbo, vanno osservati come ‘icona’ che manifesta persone prese come modello da seguire e associata a immagini di personaggi conosciuti che fondano uno stile di vita.
Le verdi chiome e i contorti rami, a fatica si elevano e si presentano liberi nel cielo, fanno corona al ‘Bimbo Gesù’, non concepito come tutti gli altri uomini, bensì una figura ospite di passaggio nell’umanità e oggi, ne leggiamo ancora i segni della sua presenza; invitano l’osservatore a innalzare lo sguardo verso l’alto e a liberarsi dai contrasti che lo incatenano.
Al di là dei simboli, è fondamentale il significato che si infonde ad essi in quanto la descrizione reale e il suo significato ovvio può variare di contesto in contesto.
L’Opera “Aphiemi e Hilaskomai” dell’Artista Gerbino, guida il fruitore a una riflessione profonda e lo conduce verso eventi di salvezza.
RECENSIONE DI: SANDRO SERRADIFALCO, EDITORE, CRITICO, SAGGISTA, RESPONSABILE EDITORIALE DI ART NOW - PALERMO
Opera Aphiemi e Hilaskoma
Opera di grande pregio, colma di sensazioni capaci di descrivere l’essenza più profonda dell’anima.
RECENSIONE DI: INA BIFFARA, POETESSA E SCRITTRICE – CALTAGIRONE (CT)
Opera La vite e il vino
‘La vite e il vino’ è un’Opera che attraverso l’immagine tersa e morbida, i colori leggeri e caldi, in un gioco armonioso di chiaro – scuro, trasmette la solidità della vita.
Le emozioni dell’osservatore interagiscono con i tratti espressivi dell’opera.
L’opera, infatti, contiene e comunica poesia.
Nella serenità del verde e nel rosso inquietante, nelle radici e nei tralci si intravvede l’intento della vita che, pur toccata dalla sofferenza, resiste tendendo in alto e persiste in quel volto composto che il tempo ha tracciato.
Un timido velo si posa sul manto appena rosso, non cela le sue radici, si lascia sfiorare, si lascia avvolgere e contaminare.
Eppure, la ‘vite’ prevale e il ‘vino’ si offre in sorsi di pacato sapore della vita, con un gesto gentile:
una mano che non si ritrae, una mano che sostiene, che sa trasfigurare.
Nello sfondo una luce tenue allontana ogni timore.
RECENSIONE DI: INA BIFFARA, POETESSA E SCRITTRICE – CALTAGIRONE (CT)
Opera Accendi il desiderio di Preghiera
Opera in esposizione permanente al “Museo Internazionale del Crocifisso”
Santuario del SS. Crocifisso del Soccorso Caltagirone
In un Mondo in cui si sperimentano rabbia, tensione e dolore, ecco l’invito dell’Autore: ‘Accendi il desiderio di Preghiera’.
Non è un appello formale, ma un ri-chiamo vissuto a ri-trovare il significato più profondo della vita: una ‘Presenza’ che non rifugge la solitudine, l’ira, il vuoto, ma assimila a sé la sofferenza umana.
Un volto mite e sereno sovrasta il deserto sottostante.
È assorto, non è lontano.
È chino, conduce a sé.
Il cielo tenue e leggero fa intuire il desiderio di sollevare lo sguardo oltre il ‘vuoto’ che non ha radici, che a volte spezza e ripiega verso il basso.
Osservando oltre il vuoto dei resti della vita si avverte il deserto.
Ed è proprio nel deserto che si scopre la ‘Preghiera’.
Nel silenzio, nella pace, nel desiderio di un rinnovato senso della vita, i colori intensi si attenuano, si temperano di luce soffusa perché il dolore si eleva in ‘Preghiera’.
RECENSIONE DI: FULVIO CASTELLANI, CRITICO D’ARTE – CATANZARO
Opera Radiose essenze
I due pini stilizzati servono a chiudere una porzione di paesaggio che mira a verticalizzarsi grazie al succedersi delle situazioni filmiche.
La resa, a livello di tecnica, è ottimale per quell’elaborazione ricercata del particolare che si ha modo di notare nel lastricato e nei fiori iniziali
RECENSIONE DI: GABRIELE ROMEO, STORICO E CRITICO D’ARTE – VENEZIA
Gentile Salvatore, i tuoi lavori sono molto interessanti per la tua "individualissima elaborazione iconografica". I soggetti sembrano essere ripresi da una narratività tipica della tradizione dei cantastorie siciliani Giufà e Pietru Fuddune e dai boschi incantati Grimmiani; mentre il colore "brillante" sembra appartenere alla tradizione degli Albarelli in maiolica, della quale la tua Caltagirone storicamente ha rappresentato un fulcro importante per le scelte decorative ed iconografiche in ambito italiano. Buon lavoro
RECENSIONE DI: PIETRO MIGLIORE, CRITICO D’ARTE – CASERTA
GERBINO Salvatore, vive e opera a Caltagirone.
Ha preso parte a importanti concorsi internazionali, nazionali e regionali ottenendo numerosi premi e riconoscimenti. Della sua arte si è interessata la critica più qualificata. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private
RECENSIONE DI: GAETANO GAGLIARDI, POETA, PITTORE E SCULTORE – GALLERISTA DEL “CENTRO SICILIARTE” – RAGUSA
Un Artista come Salvatore GERBINO non è facile incontrarlo tutti i giorni, perché GERBINO partecipando al PREMIO DEI CINQUE (quarta edizione) da me organizzato; ha fatto vedere alla giuria e al pubblico di Ragusa, la tematica della sua Arte. Arte di cui solo lui può spiegare il significato profondo di ogni dipinto; al quale però ognuno può dare il suo giudizio personale …
Per me, nell’ammirare i vari dipinti di Salvatore GERBINO posso dire che ci dimostra il suo lento, doloroso e travagliato cammino.
Salvatore GERBINO è sicuro di potere arrivare alla meta dipingendo con sincerità, serenità e amore, tutto ciò che vede e sente dentro il proprio cuore.
È un Artista che può confrontarsi serenamente con altri Artisti.
RECENSIONE DI: PAOLO CHILLÈ, PITTORE – RAGUSA
Ho apprezzato molto le opere dei cinque artisti, ma particolarmente mi hanno colpito quelle del pittore Salvatore Gerbino.
Nei suoi dipinti c’è molta fantasia. I paesaggi sembrano creati come in un sogno. Tutto sembra funesto, ma, sotto forma di visi evanescenti, è presente il Creatore.
RECENSIONE DI: MANLIO MANVATI, CRITICO D’ARTE, PITTORE – POZZUOLI DI NAPOLI (NA)
L’Opera dell’artista Gerbino è interessante per la sua lealtà emotiva.
In essa traspare una surrealtà annaspante tra lirica grafica e tenue cromatismo onirico.
Manlio Manvati con un paterno augurio per un avvenire sereno.